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Attualità venerdì 28 dicembre 2018 ore 18:05

E' morto Amos Oz, il suo legame con la Toscana

foto Wikipedia

Lo scrittore ricevette nel 2010 la laurea honoris causa dell'Università per stranieri di Siena. Il ricordo della vicepresidente della Regione Barni



FIRENZE — Lutto nel mondo della cultura. E' scomparso infatti a 79 anni Amos Oz, scrittore e saggista ebraico tra gli intellettuali più influenti e stimati. Malato da tempo - con quel cognome, Oz, che lui si era scelto e che in ebraico significa ‘forza' - nei libri che ha scritto aveva raccontato la storia di Israele, per Israele aveva anche combattuto ma era pure stato, sin dal 1967, un sostenitore (tra i primi) della soluzione dei due Stati. Credeva nella cultura senza muri. 

"E proprio per questo suo impegno nel dialogo interculturale e per il suo impegno civile per la convivenza – ricorda la vicepresidente della Toscana, Monica Barni – ricevette nel 2010 la laurea honoris causa dall'Università per stranieri di Siena in Scienze linguistiche per la comunicazione". 

Poi, il giorno dopo, nel 2010 partecipò a Firenze tra oltre ottomila giovani e studenti al meeting al Mandela Forum che la Regione organizza ogni due anni per celebrare il Giorno della Memoria e ricordare la persecuzione degli ebrei e di tanti altri ‘diversi' da parte di Hitler e dei suoi seguaci. Gli furono consegnate anche le chiavi della città, in quell'occasione.

"Dei suoi tanti libri di raffinata tessitura letteraria mi piace ricordare il saggio "Contro il fanatismo" - racconta ancora Monica Barni – in cui parla dell'importanza di una cultura aperta e senza muri e della tendenza invece degli estremismi a voler cambiare gli altri, malattia che si spande ovunque. Quelle parole sono un monito e un faro ancora oggi, da utilizzare per orientarsi nel mondo contemporaneo e perfette per accompagnare il treno della memoria, con oltre cinquecento ragazzi della superiori a bordo, che a fine gennaio, tra un mese, ripartirà alla volta della Polonia e di Auschwitz per ricordare e non dimenticare, per capire il passato ma anche avere le antenne ben dritte sul presente". "Amos Oz sarebbe stato – conclude – un testimonial e un accompagnatore perfetto. Porteremo la voce dei suoi libri".



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