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Politica giovedì 22 agosto 2019 ore 18:59

Cgil al Comune: subito un tavolo sui servizi educativi

L’assessore Biondi Santi specifica che il Comune appalta, non esternalizza. Ma il Sistema Siena è a rischio



SIENA — La Fp Cgil Scuola chiede con fermezza al Comune un tavolo permanente su servizi educativi e sulla scuola d’infanzia senese. La richiesta era stata fatta una prima volta, a fine primavera, anche da una componente di maggioranza, il Circolo Sena Civitas, ma era rimasta lettera morta. Scopo del Circolo era impedire che una scelta da parte del Comune si concretizzasse senza le adeguate spiegazioni ai cittadini e alle componenti sociali.

Più di recente, sempre Sena Civitas aveva invitato le componenti consiliari a tenere un ordine del giorno dell’assise comunale sull’argomento ipotizzando anche di essere di fronte a un progetto di riforma “strisciante”. Il giorno dopo la replica dell’assessore Clio Biondi Santi che ha negato che la giunta abbia preso decisioni permanenti, spiegando che il Comune non esternalizza, ma semmai concede in appalto, mantenendo la definizione delle linee guida attraverso la fissazione dei parametri del bando di appalto medesimo.

Proprio questa precisazione ha dato la stura alla Cgil Funzione Pubblica che tanto nell’esternalizzazione che nell’appalto a terzi vede l’intento di metter fine a una gestione comunale delle scuole d’infanzia avviando un percorso che potrebbe rivelarsi irreversibile. La Fp Cgil ricorda che finora è riuscita a salvare i nidi d’infanzia con le sue prese di posizione (e prospettati stati d’agitazione), ma di fatto non sono stati salvati i servizi ausiliari, concernenti custodi e personale di cucina.

Stando alle dichiarazioni rilasciate, gli estremi della questione sono i seguenti. L’amministrazione si trova con innegabili problemi di risorse economiche e il fondo per le assunzioni a tempo determinato che andrà esaurito probabilmente già alla fine di questo mese di agosto. Per far fronte a questa problematica l’assessore Clio Biondi Santi scrisse al Miur nel marzo scorso chiedendo la possibilità che le materne venissero statalizzate, pur nell’incertezza che il personale venisse riassorbito dal ministero. All’opinione pubblica fu rappresentata come una mera proposta sulla quale il Comune avrebbe avuto futura interlocuzione. Ciò nonostante ci fu prima una reazione a livello sindacale e quindi la nascita di un comitato di cittadini che dette vita a una marcia di protesta, definita “dei palloncini” di non meno di cinquecento persone.

Il centro della questione è che le scuole d’infanzia a Siena hanno maturato una propria specificità. A partire dagli anni ’70 il Comune realizzò un sistema a gestione diretta costituito da dodici plessi, per metà asili e metà scuole materne, con supporto e coordinamento pedagogico unificato e soggetto alla sola autorità comunale. Nella pratica sia il personale “educatore” che quello di supporto condividevano e concorrevano alle finalità. E praticamente divenne prassi corrente l’inclusione anche dei genitori in questo processo educativo che di recente è stato molto apprezzato da un’indagine regionale.

Nel corso dell’estate varie componenti sociali, comprese le stesse educatrici, hanno rilanciato la questione morale se sia giusto operare risparmi a partire dall’educazione dell’infanzia nonché la puntualizzazione che intervenire con singoli bandi, avrebbe reso complessa la futura gestione determinando un ipotizzabile caos. Porta dopo porta ogni componente politica di maggioranza e minoranza è stata contattata e messa a conoscenza dei timori fino allora propri dei soli addetti ai lavori.

Di qui le richieste di Sena Civitas, oggi seguita da quella della Fp Cgil, di smettere di trattare la questione lontano dal Palazzo comunale e viceversa costituire un tavolo istituzionale di confronto e concertazione prima che l’irrequietezza dei cittadini torni a manifestarsi davanti ad asili e scuole materne di prossima riapertura.


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